Il giardino di via Mascagni (sotto le vie Paisiello, Puccini, Cherubini e vicino a via Catalani, in pieno contesto e sintonia musicale) è stato dedicato alla memoria della cantante lirica triestina Fedora Barbieri, nell’anniversario del 2014 dalla nascita (Trieste, 4 giugno 1920 – Firenze, 4 marzo 2003).
Nata a Trieste il 4 giugno del 1920, Fedora Barbieri inizia gli studi di canto nella sua città natale sotto la guida di Luigi Toffolo. Debutta al Teatro Comunale di Firenze il 4 novembre del 1940, interpretando il ruolo di Fidalma nel Matrimonio Segreto di Cimarosa. La sera successiva, subentrando all’ultimo momento a Gianna Pederzini, veste per la prima volta in palcoscenico i panni di Azucena nel Trovatore. È un duplice trionfo, che apre alla Barbieri le porte dei più prestigiosi teatri d’Italia e del mondo. Il debutto alla Scala è del 1942, nella Nona di Beethoven, sotto la direzione di un altro “grande” triestino: Victor de Sabata.
Ma Fedora Barbieri amava ricordare anche il suo debutto triestino, prima che si aprissero per lei le porte dei templi della lirica. «Il maestro Toffolo – narrava lei stessa – in qualità di direttore della Cappella Civica, mi invitò a cantare alcune arie in Cattedrale per i riti solenni del maggio dedicati alla Madonna. Era il ’39. Nella chiesa regna il silenzio assoluto, non si ricevono applausi, i musicisti sono invisibili, ma la suggestione di quel momento è ancora viva, e risento l’eco delle mie arie: una bellissima melodia di Stradella, il “Pietà, Signor” di Verdi e l’Ave Maria di Schubert. Non dovette andare poi tanto male, se fui invitata a ripetere l’esperienza l’anno successivo, maggio ’40. In giugno facevo le valigie per Firenze, ma mi piace credere che è stato il santo patrono di Trieste a darmi il viatico, a impartirmi la benedizione».
I decenni successivi sono contrappuntati da ricorrenti apparizioni sui maggiori palcoscenici del mondo, con direttori del calibro di Arturo Toscanini, Wilhelm Furtwaengler, Victor de Sabata e Herbert von Karajan. Restano scolpite nella storia della musica e del teatro musicale le sue interpretazioni di Azucena nel Trovatore, di Amneris nell’Aida e di Mrs. Quickley nel Falstaff.
Nel 1990 Fedora Barbieri festeggia i cinquant’anni di carriera debuttando nel ruolo di Mamma Lucia nell’allestimento di Cavalleria Rusticana prodotto dal Comitato Estate di Livorno per il centenario dell’opera. L’anno successivo, all’età di settantun’anni, un nuovo ‘debutto’: nelle vesti di regista, affiancata dal figlio Franco Barlozzetti, per una nuova Cavalleria Rusticana in scena al Teatro dell’Opera di Lodz, in Polonia.
Nel corso della sua carriera artistica Fedora Barbieri ha dato voce e sembianze ad oltre cento personaggi, non soltanto sui palcoscenici di tutto il mondo, ma anche nei film-opera Rigoletto con la regia di Jean-Pierre Ponnelle e Cavalleria Rusticana con la regia di Franco Zeffirelli.
Insignita dell’onorificenza di Cavaliere della Gran Croce dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nell’anno 2000 Fedora Barbieri, ottantenne, festeggia i sessant’anni di carriera. Al Maggio Musicale Fiorentino veste ancora una volta i panni di Mamma Lucia nella Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Qualche settimana più tardi, a Trieste, nel corso di una cerimonia nell’Aula del Consiglio Comunale, riceve il Premio “San Giusto d’oro”, riconoscimento attribuito dai cronisti giuliani “ad una delle più grandi voci della lirica del Novecento”. Si spegne a Firenze il 4 marzo 2003.